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Psicologia clinica e psicologia del lavoro

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TRE STRATEGIE PER MANTENERE UN BUON EQUILIBRIO PSICOLOGICO DURANTE LA seconda ondata di Covid-19

10/11/2020

 
Prima di ​dettagliare le tre strategie per far fronte alla seconda ondata di COVID-19 si rende necessaria una premessa rispetto alla differenza con la prima ondata. ​Infatti le principali reazioni psicologiche di quando il Coronavirus ha fatto irruzione per la prima volta nelle nostre vite sono state diverse da quelle attuali: PAURA perché siamo stati colti di sorpresa da un nemico invisibile di cui non sapevamo niente; FRUSTRAZIONE perché il pericolo di contagio ci ha obbligati a riadattare profondamente e velocemente la nostra quotidianità; DOLORE perché abbiamo subito l'isolamento, le perdite familiari ed economiche e anche perché, se non toccati direttamente, abbiamo visto e sentito la sofferenza degli altri.
Tutti ricordiamo l'empatia e la solidarietà che ci tenevano uniti nonostante fossimo distanziati: striscioni con arcobaleni, canti sui balconi, messaggi social di ringraziamento verso chi era in prima linea ad affrontare il nemico comune.
Mascherina Covid-19

​Perché la seconda ondata ci ha colpiti psicologicamente anche più della prima?

Che non sarebbe stato facile sconfiggere il Coronavirus lo avevamo capito bene, che l'estate non lo avrebbe fatto sparire del tutto lo sospettavamo, eppure ci siamo illusi che il peggio fosse ormai passato e siamo stati travolti dalla seconda ondata con la potenza di uno tsunami emotivo.

La seconda ondata ha provocato stati d'animo profondamente diversi dalla prima e gli episodi di violenza verbale e sociale che hanno oscurato gli arcobaleni ne sono la prova: fin dall'inizio di questa nuova ondata, la paura è diventata ANSIA, con PANICO e IMPOTENZA, perché nonostante adesso conosciamo bene il nemico, non abbiamo ancora trovato il modo di sconfiggerlo definitivamente e, dunque, il futuro ci appare catastrofico; la frustrazione e il dolore si sono trasformati in RABBIA perché gli sforzi e i sacrifici che abbiamo compiuto nei mesi scorsi ci appaiono oggi vani e non abbiamo chiaro quale comportamento dobbiamo adottare per tornare al più presto alla vita del pre-Coronavirus. 

Ad aggravare la situazione si aggiunge il fatto che siamo un pò tutti meno lucidi di un tempo, perché siamo stanchi, soprattutto emotivamente: lo stress del primo lockdown ci ha lasciato ferite psicologiche importanti e ci è voluto del tempo, una volta terminato, per riadattare la nostra quotidianità alla presenza costante di questo virus. Inoltre, subito dopo un'estate in cui abbiamo potuto riassaporare il dolce gusto dei rapporti sociali reali, si è tornati repentinamente a sentire notizie negative: numeri enormi di tamponi e di contagiati, asintomatici della porta accanto, morti, sacrifici imposti alle persone e alle imprese già gravemente provate, coprifuoco, restrizioni che si intensificano di giorno in giorno fino ai lockdown.

Il quadro, qui appena delineato, mostra facilmente la complessità della situazione psico-sociale attuale. Per questo le richieste di consulenza psicologica e psicoterapia sono fortemente aumentate, favorite dalla possibilità di essere svolte a distanza, grazie a strumenti di videochiamata alla portata di tutti come ad esempio Skype e Whatsapp. 
Psicologo

​Quali sono le richieste di aiuto?

​Le richieste riguardano soprattutto la gestione dell'ansia ma va ricordato che anche la rabbia va gestita affinché non sia lei a prendere il sopravvento su di noi. In entrambi gli scenari, le persone, più o meno giovani, si trovano a far fronte a nervosismo prolungato, irritabilità, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, sintomi depressivi, etc, con ripercussioni negative su ogni sfera della vita (scolastica, lavorativa, familiare).

Come possiamo iniziare ad affrontare questi problemi?

1​- Uno dei passi fondamentali per mitigare queste problematiche psicologiche è quello di utilizzare il meno possibile i social network per cercare informazioni sull'andamento della pandemia: il sovraccarico di informazioni, in molti casi contraddittorie o false, contribuisce fortemente alla sensazione di smarrimento e alla costruzione di profezie catastrofiche. Basarsi su fonti ufficiali, da controllare una volta al giorno, dà più certezze e lascia alla mente più energie per far fronte allo stress a cui siamo sottoposti. I social network possono svolgere un'importantissima funzione durante la limitazione degli spostamenti ed è quella di consentire a tutti di mantenere le relazioni con le persone care, sviluppando una rete di contatti virtuali che migliorino (e non peggiorino) il nostro stato emotivo. 

2- Un altro consiglio è quello di costruirsi una nuova routine funzionale. Molti di noi sono in smart working, in cassa integrazione, con i figli in DAD, con i familiari in ospedale, con gli amici che possono essere incontrati soltanto in videocall. Molti devono fare fronte alla perdita di persone care o del lavoro. E' importante ritagliarsi spazi temporali per riflettere su quali sono gli aspetti della propria vita a cui dare priorità: per tanti sarà già chiaro fin da tempo che gli obiettivi che ci eravamo posti prima della pandemia devono essere rivisti alla luce degli eventi attuali. La routine che andremo a creare deve dunque essere allineata alle nuove priorità.
Nei casi in cui la sofferenza psicologica sia marcata a tal punto da rendere difficile la gestione del cambiamento, è consigliato rivolgersi allo specialista in tempi brevi, così da intervenire sui disturbi psicologici prima che diventino problemi psicologici invalidanti. 

3- Riscoprire l'importanza delle parole e dei gesti positivi è un altro obiettivo. Sfogare sugli altri le nostre frustrazioni e la nostra rabbia attraverso la violenza verbale o fisica non è segno di forza ma di regressione o di immaturità emotiva e ci porta soltanto ad alimentare odio e irrazionalità. Impariamo a favorire l'armonia nei rapporti sociali (vis a vis dove possibile o sui social) partendo dall'empatia, l'ascolto dei sentimenti altrui e la capacità di mettersi nei panni dell'altro, sintonizzandosi sui suoi problemi per capirli a fondo. E' necessario fermare i propri giudizi affrettati e riflettere, per arrivare a comprendere che chi durante la pandemia ha perso o sta per perdere il lavoro avverte un senso sconfinato di angoscia e teme per il proprio futuro e quello della propria famiglia; chi ha vissuto il contagio in modo diretto, ammalandosi o perdendo un familiare, ha un dolore tale che non può essere messo sullo stesso piano di quello di chi si affligge perché non può uscire a cena fuori e sente limitata la propria libertà. Prima di esprimere il proprio giudizio, è fondamentale mettere in discussione il proprio punto di vista e guardare le cose da prospettive diverse.
Ognuno di noi può fare molto nelle situazioni di crisi, anche semplicemente migliorando le relazioni con il prossimo: praticare la gentilezza e i comportamenti altruistici aiuta a ritrovare la calma, anche nelle situazioni più difficili, perché aumenta la produzione di serotonina che genera una sensazione di calma naturale, migliora la qualità del sonno e dona altri importanti benefici psico-fisici per ridurre i livelli di stress. 
Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.
​
Haruki Murakami

Foto

DOTT.SSA ELISA INNOCENTI

Psicologa, Psicoterapeuta e Counselor. 
​Specializzata in Terapia Breve Strategica e in Consulenza di Carriera, lavoro nell'ambito della Psicologia Clinica e delle Risorse Umane. ​
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    Professionisti nell'ambito della psicologia clinica e della psicologia del lavoro.
    Consulenze sia in Italia che all'estero, anche online.
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